1 dic 2011

Se potessi vivere un'altra volta...

Se io potessi vivere un'altra volta la mia vita
nella prossima cercherei di fare più errori
non cercherei di essere tanto perfetto, mi negherei di più, sarei meno serio di quanto sono stato,
difatti prenderei pochissime cose sul serio.Sarei meno igienico, correrei più rischi, farei più viaggi, guarderei più tramonti, salirei più montagne, nuoterei più fiumi, andrei in posti dove mai sono andato, mangerei più gelati e meno fave, avrei più problemi reali e meno immaginari.
Io sono stato una di quelle persone che ha vissuto sensatamente
e precisamente ogni minuto della sua vita; certo che ho avuto momenti di gioia
ma se potessi tornare indietro cercherei di avere soltanto buoni momenti.
Nel caso non lo sappiate, di quello è fatta la vita,solo di momenti, non ti perdere l'oggi.
Io ero uno di quelli che mai andava in nessun posto senza un termometro,
una borsa d'acqua calda, un ombrello e un paracadute;se potessi vivere di nuovo comincerei ad andare scalzo all'inizio della primavera
e continuerei così fino alla fine dell'autunno. Farei più giri nella carrozzella,
guarderei più albe e giocherei di più con i bambini, se avessi un'altra volta la vita davanti. Ma guardate, ho 85 anni e so che sto morendo.
Jorge Luis Borges

La puntata di oggi è dedicata ai nostri sogni chiusi nel cassetto,
 ai bilanci che facciamo ciclicamente nella nostra vita e non ai rimpianti, perché rimpiangere qualcosa, come vedremo è un’attività psichica che danneggia il nostro benessere.
Sembra un tema trito e superficiale ma non lo è soprattutto quando si fanno i primi bilanci e i bilanci si fanno sempre o qualcuno li fa per noi. Anche chi è giovane ha fatto qualche scelta e le scelte portano con sé una perdita, la perdita della non scelta. Se scelgo qualcosa ne perdo un’altra. La cosa buona da fare è scegliere secondo cuore e meno secondo coscienza, perché la coscienza, la mente a volte inganna, a volte segue percorsi rigidi e si adegua alle aspettative e alle comodità. La coscienza vuole un materasso comodo, il cuore sta comodo anche dentro a un sacco a pelo.
A proposito di scelte che ti cambiano la vita, di eventi che ti pongono di fronte alla possibilità di cambiare, di innovarsi o di stravolgere la propria esistenza, dei rimpianti che possono emergere nella vita di una persona come non ricordare quel bel film del 1998 Sliding Doors?
Il film parla di destini incrociati e di possibilità che si aprono e si chiudono, come le porte di un metrò.

Helen è una giovane donna che lavora nelle pubbliche relazioni ed è fidanzata con Gerry. Dopo essere stata bruscamente licenziata, si dirige in tutta fretta verso la metropolitana. In quel momento la sua vita si divide in due dimensioni parallele:
Helen prende il metrò, Helen perde il metrò.
Prendendo il metrò rincasa prima e trova il fidanzato Gerry a letto con la ex, così si rifà una vita con l'affascinante James che aveva conosciuto su quel metrò. Si accorge poi di essere rimasta incinta e quando va a riferirlo a James scopre dalla sua segretaria che è all'ospedale con la moglie a trovare sua mamma. Helen è disperata e quando James la trova le spiega che sta ottenendo il divorzio. I due si chiariscono e riconfermano i loro sentimenti reciproci. Subito dopo, mentre Helen attraversa la strada, passa un camion che la investe; Helen muore in ospedale.
Helen perde il metrò e chiama un taxi, subisce un tentativo di scippo che la fa rincasare più tardi, trovando il fidanzato solo. Trova un lavoro come cameriera e conduce una vita piena di sacrifici, in cui Gerry la tradisce nuovamente. Lei lo scopre perché l’amante di lui li ha chiamati entrambi a casa sua (a loro insaputa) per riferire loro di essere incinta di Gerry. Helen sconvolta scappa cadendo dalle scale e perde il bambino che a sua volta aspettava da Gerry. Viene ricoverata in ospedale, dove lascia il fidanzato e in ascensore incontra James come la prima volta. (da wikipedia) 

Il destino, o il caso o le circostanze, chissà ci guidano verso un obiettivo piuttosto che verso un altro? Siamo destinati a fare qualcosa, a vivere un’esperienza? Le nostre vite convergono perché lo decidiamo noi?
E’ vero che ognuno di noi è attirato verso qualcosa e meno verso qualcos’altro.
Destino a parte, se scegliessimo veramente, se ci collegassimo veramente e onestamente alle nostre aspirazioni e ai nostri desideri, se scegliessimo di pancia più spesso, rischieremmo di fare meno errori. Si perché gli errori si fanno. Ed è possibile rimediare. Ma quando gli errori sono relativi ad un non seguire la nostra natura, una nostra inclinazione, il nostro piacere, assecondando una nostra dote, per esempio, lì ci auto sabotiamo e sì, può emergere il rimpianto.

Elly io rifarei tutto, perchè nel momento in cui ho fatto determinate scelte, ero convita che quella fosse la strada giusta! Anche col senno del poi! Se mi giro indietro, ripassando la mia vita, le uniche cose che cambierei sarebbero: terminare il corso universitario intrapreso e lasciato a metà, e, non abbandonare il sogno di fare la giornalista o la scrittrice. Attenzione, non sono rimpianti, perchè la vita mi ha offerto tanto, anzi tantissimo! Ho coltivato molti interessi, continuo a progettare,scrivo... a modo mio, mi interesso di tante cose, e, ultimamente sto anche dandomi una nuova svolta professionale. Ma è solo un pensiero che a volte, di fronte alla curiosità verso la vita, che mi appartiene, mi fa pensare:"Cosa sarebbe successo?" Ma qui... comincia un altro film!!

Abbandonare il sogno è rinunciare ad una parte di sé. Io non abbandonerei mai un sogno. Sognare, sperare fa di noi persone vive, abbandonare un sogno non fa bene. Si sogna fino a cent’anni e forse la poesia di Borges voleva dire proprio questo. Era un incoraggiamento ai giovanio a seguire il proprio istinto, a commettere più errori a rischiare di più, a godere di più e più a fondo della vita, delle esperienze, delle relazioni.

Serena: Faccio fatica, davvero tanta, a pensarmi senza questa vita, senza il mio percorso con tutte le persone che ho trovato, con tutti gli sbagli che ho commesso. Siamo dei gomitoli mi dico. Dei fili lunghi che ogni volta fanno un giro diverso, ogni esperienza è dentro di noi e ci rende quello che siamo. Sarà che ho sempre avuto grandi sogni e grandi idee, di viaggi, scuole, esperienze ma mai nessuna è durata tanto a lungo da essere IL SOGNO. Lo scopro giorno per giorno dove voglio andare e chi voglio essere. Non vorrei essere diversa. Non cambierei nulla. E tutto quello che potevo essere, sono ancora in tempo per esserlo domani penso.
Anonimo:il giornalista, avrei voluto fare il giornalista. Di guerra, un inviato speciale. Nascosto, pronto a piombare sulla notizia rischiando la pelle, pronto a cogliere umori, emozioni, pensieri delle persone. Mi è sempre piaciuto far parlare gli altri, metterli a loro agio. Credo che sarei stato un buon giornalista. Oggi sono un addetto amministrativo di una pubblica amministrazione qualsiasi...ciao
Anonimo ha detto... Se rinascessi, vorrei avere una mente creativa, un tipo di genio che mi portasse a creare sia in campo di design che musicale. Queste sono state sempre le mie due passioni che non ho potuto approfondire per sfortuna o per destino...
Credo che creare inevitabilmente si porti dietro qualcosa di te e sia lo specchio del tuo essere... Insomma, avrei voluto avere la capacità di creare oggetti o musica che fosse una proiezione di me...
Nico ha detto... Non ho rimpianti di quello che ho fatto in passato! Rifarei tutto, visto che gli errori commessi, mi hanno fatto realmente crescere.Beh, se avessi la possibilità di rinascere, vorrei diventare pilota militare!Posso dire di averci provato a realizzare questo mio sogno

Sonia parla di errori….
 io "mi sono ritrovata" a convivere con lui e seppur qualcosa dentro mi dicesse che qualcosa stonava, non ho dato retta al mio istinto. - ho lasciato il lavoro e l università per lavorare con lui... e da qui la valanga che mi ha sommersa per anni. perché sto ancora pagando e non sono moralmente ma pure in termini economici.
se potessi tornare indietro direi a voce alta quale scuola superiore avrei voluto frequentare davvero, e seguirei quella passione: l arte, l'architettura e non commetterei più l errore di "trovarmici" in una storia ma la sceglierei. però nell arrancare per venirne fuori ho trovato un sentiero che mi ha porta fino a qui, con il mio bagaglio di esperienza e, di persone che mi amano e che amo... se mi dicessero oggi "scegli o di qui o di lì" credo che resterei di qui e non avrei rimpianti –
Rouge: Sinceramente guardo molto al passato e a come sono andate le cose, ma non nel senso che rifarei delle scelte piuttosto che altre, quanto nel cercare di capire il perché di alcune scelte. Sono certo che se invece di effettuare studi tecnici avessi effettuato studi classici, e magari poi mi fossi laureato e magari poi avessi, che ne so, insegnato, ci sarebbe stato qualcosa d'altro che mi avrebbe reso esattamente quello che sono oggi. Sono importanti i contenuti delle cose che fai, non le cose che fai in sé, e lo stesso contenuto lo trovi in un sacco di cose diverse.
Il rimpianto è un enorme spreco d'energia. Non vi si può costruire nulla sopra. Serve soltanto a sguazzarvi dentro. (Katherine Mansfield)
Questa citazione può farci riflettere un attimo sul concetto di rimpianto. Già etimologicamente siamo di fronte ad un "pianto che ritorna".
Il rimpianto è un nodo alla gola che accompagna la vita di chi ha rinunciato a qualcosa di importante e ha scelto un'altra cosa che, alla lunga, non si è rivelata soddisfacente. E' legato al ricordo e torna quando si ripensa a ciò che si è perso o si ripropone una scelta o una situazione simile a quella "madre".
Il rimpianto, e questa cosa l'ho ritrovata ieri, parlando con una persona che in modo apparentemente tranquillo, raccontava di come tempo prima avesse scelto la cosa più conveniente per sè e per la sua famiglia, è accompagnato da un'emozione chiara e lampante. No, non è la tristezza, anche se può essere presente; è un'altra emozione, più forte, ma nascosta sotto la patina vischiosa del lago calmo e scuro su cui galleggiano le nostre certezze e il nostro autocompiangerci. E' la rabbia. La rabbia sorda e bruciante, quella che emerge dai sorrisi forzati, dal convincersi che si è fatta la scelta giusta, che si è stati saggi e morigerati, altruisti, forse; quella rabbia che, a piccole dosi, condisce come il sale le nostre lacrime di coccodrillo.
Come non farci prendere da rimpianto? Provandoci ancora, in modo diverso da come avremmo fato in passato, perché cambiamo e siamo diversi.
Per prima cosa dobbiamo capire che cosa rimpiangiamo e se davvero l’aver fatto quella cosa ci avrebbe procurato gioia e benessere.
Dovremmo individuare anche gli ostacoli, le difficoltà che non ci hanno reso possibile realizzare quel desiderio. Erano ostacoli interni, cioè emotivio, nostri o ostacoli di contesto, vale a dire eravamo le persone giuste nel posto sbagliato?
Facciamo proprio un elenco delle difficoltà incontrate. Oggi incontreremmo le stesse difficoltà. Il contesto che viviamo oggi, il nostro anmbiente, ci aiuterebbe? O siamo semptre fuori contesto?
Altra cosa: siamo stati soli o sarebbe stato bello e conveniente avere supporters, persone che ci avrebbero aiutato a raggiungere il nostro sogno? Ci siamo isolati un po’? Elenchiamo i nomi di chi un tempo ci avrebbe potuto aiutare e di chi oggi potrebbe farlo
Siamo più comprensivi con noi stessi. Parliamo di sogni, di aspirazioni, mica di cambiali o avvisi di garanzia. Guardiamo al nostro passato e a ciò che non abvbiamo realizzato nmon con rimpianto ma con tenerezza. Non eravamo pronti. Punto. Non eravamo ancora maturi, oggi forse lo siamo.
Siamo ottimisti, circondiamoci di persone che ossono condividere il nostro sogno e che sarebbero felici se lo realizzassimo.
E se, analizzato il passato, gli ostacoli del passato e quelli odierni senza agitazione, dopo che abbiamo guardato bene il presente e le sue opportunità quel sogno, quell’obiettivo perde forza e sappiamo che non è per paura. Basta. Quello non è un nostro vero sogno, non è una nostra vera aspirazione. Diobbiamo impegnarci a trovarne un’altra, perché, potete giurarci, ce ne abbiamo sempre una di scorta, un sogno di ricambio e forse è quello autentico, quello giusto e vale la pena di trasformarlo in qualcosa di tangibile, in realtà.
Elisa: In questa puntata dedicata alla vita, mi trovo seduta sul divano ad aspettare la morte. Può sembrare macabra come immagine, ma è così. Una famiglia si stringe tutta vicina per aspettare un ultimo respiro. La fine di una sofferenza. Un addio. Un addio per sempre. E allora mi chiedo... se quella malattia non fosse arrivata quel giorno di fine inverno. Se non si fosse sistemata, bella comoda, nel corpo forte di un uomo di mezz'età, costringendolo a periodiche gite in ospedale, a lunghe ore di agonia dentro sale operatorie asettiche. Se lui ora non fosse lì spento, in coma, in standby. Se, se, se... Se non avesse saputo che stava per morire magari non avrebbe stretto forte forte la donna che ha amato per tutta la vita, non avrebbe rincuorato i suoi figli, orgoglioso di essere il loro papà, non avrebbe imparato ad abbracciare tutti, lui, una persona così riservata. Se, se, se...
Se gli chiedessi ora: "Ehi zio, cosa faresti se ti venisse data la possibilità di rivivere un'altra volta?" ... anzi... "Ehi zio, cosa faresti se ti venisse data la possibilità di continuare a vivere?"... chissà cosa mi risponderebbe.

Ho perdonato errori quasi imperdonabili, ho provato a sostituire persone insostituibili e dimenticato persone indimenticabili. Ho agito per impulso, sono stato deluso dalle persone che non pensavo lo potessero fare, ma anch’io ho deluso. Ho tenuto qualcuno tra le mie braccia per proteggerlo; mi sono fatto amici per l’eternità. Ho riso quando non era necessario, ho amato e sono stato riamato, ma sono stato anche respinto. Sono stato amato e non ho saputo ricambiare. Ho gridato e saltato per tante gioie, tante. Ho vissuto d’amore e fatto promesse di eternità, ma mi sono bruciato il cuore tante volte! Ho pianto ascoltando la musica o guardando le foto. Ho telefonato solo per ascoltare una voce. Io sono di nuovo innamorato di un sorriso. Ho di nuovo creduto di morire di nostalgia e… ho avuto paura di perdere qualcuno di molto speciale (che ho finito per perdere)… ma sono sopravvissuto! E vivo ancora! E la vita, non mi stanca… E anche tu non dovrai stancartene. Vivi! È veramente buono battersi con persuasione, abbracciare la vita e vivere con passione, perdere con classe e vincere osando, perchè il mondo appartiene a chi osa!
LA VITA È TROPPO BELLA per essere insignificante!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

il giornalista, avrei voluto fare il giornalista. Di guerra, un inviato speciale. Nascosto, pronto a piombare sulla notizia rischiando la pelle, pronto a cogliere umori, emozioni, pensieri delle persone. Mi è sempre piaciuto far parlare gli altri, metterli a loro agio. Credo che sarei stato un buon giornalista. Oggi sono un addetto amministrativo di una pubblica amministrazione qualsiasi...ciao

Nico ha detto...

Non ho rimpianti di quello che ho fatto in passato! Rifarei tutto, visto che gli errori commessi, mi hanno fatto realmente crescere.

Beh, se avessi la possibilità di rinascere, vorrei diventare pilota militare!

Posso dire di averci provato a realizzare questo mio sogno

Elena ha detto...

Anch'io come il ragazzo sopra rifarei tutto senza modificare nulla, se è questo "tutto" ad avermi fatta diventare quella che sono ora (anche se ho solo 19 anni). Forse darei meno importanza a persone che non se la meritavano sul serio, e passerei più tempo con mio nonno, questo si, lo farei sicuramente!

Unknown ha detto...

8 Aprile 2013 Sono diversabile (con Spina Bifida e Idrocefalo) dalla nascita.
Sono convinto che il mio essere nato così e il mio continuare a crescere così corrisponda a un misterioso dono di Dio Padre, d'infinita bontà, non malvagità, che, di volta in volta, mi svela particolari sia negativi, in parte, relativamente, minore, sia positivi, in parte, infinitamente, maggiore.
Non posso che affidarmi a Lui: sono contento così, ma questa mia dichiarazione d'affidamento alla volontà di Dio Padre su di me m'induce a esporre un'altra riflessione.
Sono credente e, benché non lo chieda, più, da tanto, esplicitamente, nelle mie preghiere a Dio Padre (non perché mi sia stancato, non per un indebolimento della mia fede, ma per il mio essere entrato in altro ordine d'idee in merito a quella che penso che possa essere la volontà di Dio Padre su di me), la mia fede non m'impedisce di pensare, in un futuro prossimo o remoto, a un disegno di Dio Padre di guarigione totale dalle mie diversabilità.
Mi chiedo: come mi comporterei se si verificasse, per volontà di Dio Padre, un miracolo di mia totale guarigione?
Riuscirei a continuare a impegnarmi a provare a essere un Cristiano coerente o sentirei la tentazione di cambiare strada?
Il mio impegno è totale, ma la tentazione di svicolare, a motivo di ciò che vedo intorno a me e mi delude, è forte.

Luca Lapi

Unknown ha detto...

8 Aprile 2013 Mi era stato chiesto di parlare dei miei sogni nel cassetto, ma mi pareva che il titolo del tema e le parole di Jorge Luis Borges inducessero a parlare d'altro ed è così che ho ritenuto giusto fare.

Luca Lapi