18 nov 2011

‎"Incontri cruciali, emozioni e primi baci"

Una puntata su ciò che hai salvato indelebilmente nella tua memoria, gli incontri casuali o cruciali che ti hanno cambiato la vita, il primo bacio, il primo viaggio, il primo giorno di scuola...
I momenti cruciali, gli incontri indimenticabili dipendono molto da chi li vive. Per me, un incontro può essere poco interessante, per te può essere illuminante, fondamentale.
Ogni cosa ha un peso diverso a seconda di chi la vive, delle aspettative, dei sogni, dei progetti di chi la vive. Anche un primo bacio può cambiare una vita, anzi due. C’è chi ha studiato la cosa in modo scientifico e siccome noi di otto perenne partiamo dalla notizia, la notizia è questa:

la tesi sostenuta da uno studio realizzato dalla University of Albany e pubblicato dalla rivista scientifica “Evolutionary Psichology”.
Gli studiosi sono giunti alla conclusione che per una donna, il bacio è “un complesso e importante scambio di segnali romantici e sollecitazioni chimiche attraverso cui valuta lo stato e le prospettive di una storia di amore ai suoi inizi”. Ogni bacio, ma soprattutto il primo, trasmette al cervello femminile (perché quello maschile è molto meno sensibile da questo punto di vista) una serie di importanti informazioni. Rispetto agli uomini, infatti, le donne prestano maggiore attenzione all’odore dell’alito, al sapore della bocca, alle condizioni dei denti. E non accettano un rapporto sessuale senza prima aver baciato il partner, al contrario dei Non solo: nelle lunghe relazioni, gli uomini perdono interesse per i baci, mentre le donne continuano a darli e a pretenderli.
Il bacio sarebbe fondamentale per una storia. “Le donne danno più importanza al bacio perché lo considerano uno strumento tramite cui individuare il partner giusto per perpetuare la specie”, spiega l’autore della ricerca, Gordon Gallup. “Il nostro studio suggerisce che i baci si possono essere evoluti come strategia femminile di identificazione del compagno ideale e quindi di mantenere una relazione a lungo termine. Oggi molti fattori spingono a unirsi in una relazione d’amore, ma il bacio resta cruciale nella scelta di una donna”.
Il primo bacio non si scorda mai. una ricercatrice dell'Università del Texas, ha dedicato pure un libro dal titolo "La scienza dei baci. Cosa ci stanno dicendo le nostre labbra".
Proprio nel volume, la scienziata cita i risultati di uno studio dello psicologo John Bohannon del’Università di Indianapolis. Questo psicologo è un Esperto di memoria e in particolare di “flashbulb memory”, vale a dire quei ricordi fotografici che si fissano nella nostra mente di fronte a un evento di massa epocale (come l'11 settembre, l'assassinio di Kennedy, la morte di Lady D), il professore americano ha intervistato centinaia di persone, chiedendo di comparare i vari ricordi della loro vita. Bene: il primo bacio sembra essere il fatto più impresso nella nostra memoria, al punto da riuscire a ricostruirne ben il 90% dei particolari anche a distanza di decine di anni. Più di quanto avvenga per il primo rapporto sessuale. Insomma: il primo bacio, nel bene e nel male, non si scorda mai.
Se il primo bacio rimane stampato nella nostra memoria a caratteri cubitali, anche un incontro, una persona, un momento può essere indelebile.
Mi piace molto l’argomento di oggi e cercando sul web qualcosa che arli di momenti indimenticabili mi sono imbattuto nella riflessione di una persona che mi conferma come è indimenticabile ciò che aderisce perfettamente ai tuoi interessi, ai tuoi desideri, alle tue aspettative e all’investimento emotivo che ci metti nel fare o nell’incontrare qualcosa o qualcuno.
Vittorio Gradoli, che è il Presidente di un’Associazione subacquea “Assopaguro", dice questa cosa.
Ci sono momenti indimenticabili nella vita di un subacqueo. L’eleganza esibita dal “volo” di una Lepre di mare, l’incontro con una grossa cernia, il perfetto mimetismo di un rombo sul fondale sabbioso rappresentano aspetti di per sé già straordinari. Ma la magia offerta dalla sagoma indistinta di un relitto adagiato sul fondale costituisce forse la più grande emozione per chiunque si immerge. In quegli attimi la fantasia corre in ogni direzione e nella mente si affollano domande di ogni tipo, la cui risposta difficilmente può essere esaudita in quell’istante Poi, il desiderio di saperne di più prende il sopravvento ed inizia il paziente lavoro di ricerca che, tuttavia, non sempre sarà coronato da successo.(da www. canino.info)
Elisa ha postato sulla sua pagina di face book, una foto di una sua pietanza. Io ho commentato. Anche questo è un momento indimenticabile. Perché anche un piatto di pasta, un risotto, un dolce può sedimentarsi nella tua memoria e rimanere lì come qualcosa di irripetibile e magico. Alcun dicono anche che di fronte ad un buon piatto ci si può anche commuovere
Una spiegazione scientifica c’è. L’ormone dell’appetito, la grelina, sembra rendere i cibi più seducenti e indimenticabili. Lo afferma una ricerca canadese che ha studiato gli effetti sul cervello dell’incremento dei livelli di questo ormone. Per valutare alcuni degli effetti della grelina i ricercatori canadesi hanno coinvolto una ventina di volontari magri e in salute e li hanno fatti mangiare abbondantemente. Dopo circa tre ore, quando non potevano essere né affamati né completamente sazi, hanno mostrato loro fotografie di vari cibi. Dei volontari, dodici avevano ricevuto un’iniezione di grelina e gli altri un placebo.
La risonanza magnetica, realizzata mentre i volontari guardavano le fotografie, ha mostrato un’intensa attività cerebrale in diverse regioni del cervello di quanti avevano assunto l’ormone. Soprattutto nelle aree legate ai meccanismi del piacere e della ricompensa, coinvolta anche nei processi di dipendenza.
Il giorno dopo è stato chiesto a tutti di ricordare quali cibi erano rappresentati nelle foto e quelli che avevano assunto la grelina sono stati in grado di rispondere meglio degli altri. Probabilmente la grelina, oltre a stimolare l’appetito, ha anche il ruolo evolutivo di permettere di ricordare quali cibi hanno un buon sapore, quali ne hanno uno sgradevole, quali sono nocivi e così via. 
"Io non penso sia importante dirvi come andò a finire la nostra storia. Di sicuro so soltanto che quella fu una giornata fondamentale per la mia vita. Aveva proprio ragione il professor Gagliano quando diceva: "I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Il resto, fa volume..."
Leonardo Pieraccioni, nell'ultima scena del film I laureati (1995)
A volte si provano sensazioni sfuggenti.
Quelle che non capisci. Che ti confondono e che non provengono dalla pelle o dagli organi di senso "canonici" ma risiedono nel marasma poco percettibile delle emozioni e dell'intuizione.
Una mia amica, di fronte ad una scelta importante ha esclamanto ".
"L'incoscienza mi ha sostenuta" E' magnifica questa cosa.......Questa è la chiave di molti nostri arretramenti di fronte a prospettive nuove e stimolanti...ovvero il lasciarsi o meno sostenere dall'"incoscienza", dall'"impulso", dall'istinto.
Mi batte forte il cuore, mi spunta un sorriso e la motivazione sale a mille. Mi succede sempre la stessa cosa quando incontro qualcuno per la prima volta e sarà una persona importante nella mia vita. E’ qualcosa di inspiegabile. Intravedo una "possibilità" e si instaura subito simpatia e complicità.
Mi figlia, quella piccola, di un anno e mezzo ieri è andata incontro e ha abbracciato forte forte un amico di famiglia che avrà visto al massimo mezza volta, e molto tempo fa.
Accoccolata tra le sue braccia, stretta forte col respiro tipico di un bambino che sta bene lì, petto a petto, sicura e fiduciosa del contatto. Ricambiata.
Perchè con lui sì e con un altro no? Perchè con qualcuno si nasconde e con altri si apre in un meraviglioso, sdentato sorriso? Perchè i bambini non sono vittime degli stereotipi, non hanno pregiudizi e si fidano del proprio istinto che è irrazionale, è puro senso sfuggente, è qualcosa che ci attraversa e nasce con noi, prima di noi. Abbiamo Funzioni irrazionali ma affidabilissime, programmate per farci piacere qualcosa e qualcos'altro no.
Se ognuno di noi s'aprisse a quella meravigliosa, minacciosa, inquietante terra sconfinata delle sensazioni e delle emozioni che non hanno una casella precisa, nè una spiegazione incontrovertibile, sapete quanti errori non faremmo? Quante strade sbagliate non prenderemmo?
Il dramma di noi adulti pensanti è che ci  FACCIAMO PIACERE le cose per forza. Non seguo l'istinto che mi dice "no", "si", "vai", "resta" ma mi adatto, mi sforzo ai limiti del mio possibile, mi violento per adeguarmi a quel contesto, fisico, umano, relazionale, professionale Ci ripetiamo: Sono io che sono sbagliato!
E così oscuriamo il canale più free del nostro palinsesto emozionale e cognitivo e paghiamo, poi, per vedere ogni giorno la stessa scena.
No, i bambini, no. Vanno a pelle, a istinto, a sguardo, ad abbraccio.
Poi, già da piccolissimi li abituiamo a riflettere, a colpevolizzarsi se in ascensore dicono "vecchia" alla settantenne vicina di casa con tre centimetri di fondotinta.
Hai mai sentito freddo entrando in una casa, anche se riscaldata a dovere? Del tipo c'erano 30 gradi ma ne avvertivi 10? E' una sensazione chiara e netta..E’ emozione, non è broncopolmonite.
Hai mai sentito un vuoto dentro lo stomaco e una stretta alla gola entrando in contatto con una persona apparentemente amichevole? E' radar emotivo, infallibile.. Lettura dello sguardo, lettura dei pensieri.
Hai mai presentato una domanda di lavoro e sai che passerai il colloquio ma senti una sensazione di apatia e soffocamento? Non è premonizione. E’ che non ti piace quel lavoro. Lo sai.
Hai mai sentito una strana eccitazione nelle braccia e il cuore battere forte mentre parli con uno sconosciuto o una sconosciuta, due tre parole, nient'altro, e vorresti che lui/lei fosse l'amico, l’amica della vita? E' voglia di entrare in relazione con una persona che lascerà un segno nella tua vita.
Ti sei mai fermato ad ascoltare quello che tutti considerano un rompiballe e l'hai fatto con uno strano interesse e un certo inspiegabile piacere e scopri che è lui la persona che cercavi per farti diventare un campione a tennis ed è un meraviglioso maestro? E' voglia di conoscere veramente l’altro e le sue potenzialità. E’ una cosa meravigliosa che sanno fare solo gli esseri umani.
Proviamo a sganciarci un pò dal nostro clichè di piccole macchinette preconfezionate ad uso e consumo delle convenzioni socioculturali, abbracciamo la vita e l'inspiegabile impulso a viverla veramente, seguendo i segnali deboli e fantasticamente affidabili della nostra intuizione, eco di come siamo veramente, di cosa vogliamo veramente e del perchè siamo qui, in questo mondo.
E' un'altra cosa. E' bellissimo.
Un pò come fanno - per troppo, troppo poco tempo- i bambini.
Gli incontri indimenticabili sono dietro l’angolo. I momenti cruciali sono lì, basta accenderli. Siamo noi che dobbiamo lasciarci andare, rischiare, sentirci dentro un po’ di più. E’ tutto diventa più facile e più bello.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho conosciuto il mio ragazzo 5 anni fà in vacanza, e se questa non è una cosa rara, è raro il modo in cui quell'incontro a cui davo poca importanza, abbia cambiato la mia vita, le mie scelte e mi abbia resa sorprendentemente felice. Incontrare persone nuove è un'esperienza incredibile. Che gli incontri siano positivi o meno, ti fanno sempre crescere e imparare qualcosa di più sul mondo.

Anonimo ha detto...

Quello che vi sto per raccontare non è un incontro che ha cambiato la mia vita, ma senza alcun dubbio, la persona che ho conosciuto e la settimana che abbiamo trascorso assieme non le scorderò facilmente.

Fine Agosto 2009.

Tornato dalle vacanze estive avevo appena ricominciato col mio lavoro di insegnante di musica, quando un bel giorno mi sono accorto di una faccia nuova nel mio ambiente di lavoro.

Dovete sapere che nella città dove vivevo prima di trasferirmi in Inghilterra, c'è una base militare americana, ed io avevo un impiego come insegnante di chitarra.
Le lezioni si svolgevano nelle aule di un asilo, dove ogni anno, arrivavano ragazze dagli Stati Uniti per un programma chiamato "Camp Adventure", organizzato dalle università americane.
Queste ragazze vengono mandate nelle varie basi militari americane in tutto il mondo e qui svolgono vari lavori, tra qui quello di insegnanti e babysitter nelle scuole materne.

Avevo appena ripreso con le lezioni quando, tra le nuove ragazze appena arrivate non ho potuto fare a meno di accorgermi di una ragazza molto graziosa, dai capelli biondi.
Dopo alcuni "Hi!" detti di sfuggita nei corridoi, mi ero deciso a farmi avanti e presentarmi.
Un pomeriggio, finite le lezioni, stavo sistemando gli strumenti quando mi accorgo che nella stanza di fianco qualcuno stava suonando il pianoforte.

E chi poteva essere? Proprio lei!
Colsi l'occasione al balzo e mi presentai.

Avete presente la sensazione che si prova quando ti trovi davanti una persona, e anche se non la conosci sai esattamente che è quella giusta?

Lei si chiamava Katie, veniva da San Diego ed era arrivata in Italia da un mese o poco più.

Ero al settimo cielo, finalmente ci eravamo conosciuti! Ora ero deciso ad invitarla fuori.


Ricordo ancora quel lunedì di Settembre.

Arrivo all'asilo, faccio le mie lezioni, e poi, tutto gasato corro nell'aula del pianoforte per trovarla e... e non c'era nessuno.
"Accidenti! Deve esser già tornata all'hotel.
E vabbè, sarà per un altra volta".

Così prendo su le mie cose, saluto, esco dall'asilo...
...e chi trovo seduta fuori a leggere un libro? Lei!

"Katie! How are you?"

Come va, cosa fai e poi, la domanda fatidica...

"You know, I was wondering... would you like to go out and grab a drink?"

Per far la storia breve, un'ora dopo sono andato a prenderla e abbiamo passato la serata assieme.

Che serata, mi sembrava di essere in un film!
Cenetta al ristorantino tipico, passeggiata in centro con breve spiegazione dei vari monumenti e poi... beh, lo sapete come vanno queste cose no? ahah (;

E così passammo una settimana assieme, frequentandoci ogni sera.

Ragazzi, bei tempi!
Quelli sì erano bei tempi!

Purtroppo il suo periodo a Vicenza era ormai finito e lei si è dovuta spostare in una base in Germania credo, e ci siamo persi di vista.

Lo so, niente lieto fine come nelle favole!
Niente matrimonio in riva all'oceano o cose del genere... che vi posso dire, nessuno ci farà un film sopra, ma vi assicuro che Katie mi è rimasta in testa più di una canzone.

A proposito, mi mettete su "More Than A Feeling" dei Boston?

For good times sake!

Ciao!

Arrigo.

Irene ha detto...

"L'emozione non ha voce" come recita la canzone di Celentano...
Le emozioni non le costruisci con le parole, con i grandi discorsi; sono un qualcosa di intangibile che provi solo con determinate persone e non serve niente di più che uno sguardo per percepirle...
La scommessa più grande, però, è avere il coraggio di viverle. Io ci ho scommesso, vediamo dove mi porteranno...

crispaglia ha detto...

Due metropolitane, quella di Londra e quella di Toronto, conservano ancora due scatti precisi di umanità nella mia mente. Due immagini di mescolanze etniche superiori ad ogni esclusivismo: un indiano inglese la cui classe era superiore ad ogni dominazione e un nativo d'America la cui forza e dignità non si potevano piegare sotto alcuna ipocrisia democratica. Da quel momento ho capito che la mia città doveva essere il mondo ovunque io fossi. E questa sarebbe stata per sempre la mia professione.

Anonimo ha detto...

Il mio primo giro in macchina.
Volevo raccontarvi la prima volta che sono salita in macchina,intendo nel posto del guidatore...intendo la prima volta che ho guidato la macchina nuova...partiamo dal presupposto che ho 20 anni,che ho aspettato 2anni prima di iscrivermi a scuola guida,che sono stata bocciata all'esame di pratica dopo un'infinita' di guide...voi direte una perfetta imbranata...tanti uomini magari diranno "per forza è una donna" ma lasciamo perdere tutto questo...sono partita da casa con una mia amica ed è andato tutto bene...ero troppo esaltata...finchè non ci siamo fermate e ho parcheggiato,ho parcheggiato in un posteggio che era in pendenza.Quando è arrivato il momento di ripartire si è creato il vero problema,non riuscivo a venire fuori perchè la macchina invece di andare indietro andava avanti..verso l'albero...panico..per fortuna un ragazzo passava di li...o meglio mi derideva da lontano...ed è venuto in mio soccorso...(in seguito scoprii che era un alpino)con calma e sangue freddo ho seguito le sue istruzioni e sono uscita da li....ecco volevo cogliere l'occasione per ringraziarlo....per la privacy lo chiamero' Francesco P.......grazie ancora Francesco P....per avermi tirato fuori da quel casino:)

Anonimo ha detto...

Quei due tiri liberi...una grande emozione...
Il mio primo bacio non è stato un gran che, il mio primo giorno di scuola volevo la mamma e il mio primo vero viaggio non me lo ricordo nemmeno. Sono uno sfigato??Da tanti punti di vista si ma anch'io ho avuto il mio momento di gloria. Mancano dieci secondi alla fine della partita, siamo sotto di un punto e io, playmaker della mia squadra di basket, vado a prendermi la palla dalla rimessa all'altezza della metà campo. Due palleggi, quanto basta per avvicinarmi alla linea da tre punti e passo la palla per far partire l'azione, il mio compagno la passa a sua volta all'uomo posizionato sull'angolo. La sfera scotta, le gambe tremano nessuno vuole prendersi la responsabilità dell'ultimo tiro e io mi ritrovo la palla in mano quando il tabellone segna quattro secondi alla fine del match. Mi faccio coraggio e faccio la cosa più semplice...attacco il canestro...la difesa collassa su di me, io salto, c'è un contatto, l'arbitro fischia..due tiri liberi. Il destino di quella partita dipendeva dalla mia freddezza. Non era una partita decisiva, i campionati giovanili non contano molto, forse nulla, ma il mio allenatore ci teneva, i miei compagni volevano vincere e soprattutto tutti avevano fiducia in me. Ho preso tutti i secondi che avevo a disposizione da regolamento e con estrema calma ho segnato prima il primo canestro del pareggio e poi quello della vittoria. Una soddisfazione incredibile. I miei compagni mi sono saltati addosso poi sono andato dall'allenatore..ci siamo guardati e abbiamo esultato insieme gridando a squarciagola. Io sono un tipo timido, introverso e come dicevo prima forse un po' sfigato ma in quella partita, grazie a quei due tiri liberi mi sono sentito realmente soddisfatto e felice e per questo non dimenticherò mai quelle emozioni.